UGO. SCENE DEL SECOLO X - PARTE PRIMA
, quelli della religione. - Conosci il tuo cavallo? - Meglio che se fosse mio fratello: è baio sanguigno, balzano della staffa, sulla testa segnato di
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quassù! Chi ve lo disse ch'ero qui? E voi volete morire! Ugo mio, io non credevo che tu avessi a dirmi così! - Ma sei proprio tu? - Ugo si storceva come
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io dirti mia? Ecco il mio rimorso! - E sapevo io resistere? Ecco la mia gioia! Ed Ugo, titubando: - Ahi da quel giorno ad oggi! - e combattuto: - Non
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di un viaggio verso l'ignoto. Quale veglia! - Ma è proprio vero che fuggiamo? Che mio padre è morto? Quante cose con noi si dovrebbero portare! Quali
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madre, interrogando: - È questa la vita a cui mi dannaste? Che delitto ho commesso prima del mio nascimento? Perchè nacqui colla maledizione? - e
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nascoste dietro le reni. - Messere, - disse Bonello: - siete disarmato? - Debbo temere i traditori nel mio castello? - rispose fieramente Ugo, e comandò
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: - Pietà! pietà del mio tormento del cuore! - Ah! è così ch'ella domandava pietà? Si! Ugo, che voleva abbandonarla alle fiamme, nulla più vedeva, nulla
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ordini così? A chi si obbedisce? Suonò forse il mio trombetto? - e Ugo tormentavasi e già malediva i nomi degli altri capitani. Avvicinandosi la
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così si fa differenza tra il vento che buffa alla foresta e il fiato dei battezzati. - Verissimo, Guidello. - Mi diceva il padre mio, il valente
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, e lo disse, ed io lo bandirò per vitupero dei traditori: Federigo saluzzese. - Il mio fedelissimo servo! - urlò lldebrandino: e Oberto spronava al suo
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pose attraverso la gola, e tanto gli fece male che dovette morirne. Ti ho reso l'omaggio mio! - e si levò animoso. Quando l'araldo chiamò messer
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aspiri al mio paradiso? Ascolta: ho anche l'aguzzino. - Non ascolto! Ma supplico! - gemette il montanaro: - Tu hai ancelle: cerca il seno più ardente